L'istrice nel Tarantino

L'istrice (Hystrix cristata ) è sicuramente uno tra gli animali più difficile da vedere nel Tarantino, ma la sua presenza è segnalata sia nelle gravine che in zone limitrofe. E' anche raro visto che è stato cacciato a lungo per le sue carni. Ma sono sopratutto le sue abitudini notturne a rendere difficile vederlo, si dice che eviti la luce perfino delle luna piena ! Potete immaginare la mia sorpresa quando ho rinvenuto un istrice morto sul fondo di una gravina, certo sarebbe stato bellissimo vederlo vivo ma comunque è stata una conferma della sua presenza. 

 

Il corpo non presentava segni di traumi evidenti quindi è possibile che sia morto per cause naturali. L'ambiente dove l'ho trovato è quello tipico delle gravine in estate con pozze d'acqua che man mano con il caldo si prosciugheranno.

 

 

Tempo fa avevo rinvenuto degli aculei lungo il margine di una strada poco trafficata, sembra che il posto sia frequentato spesso dagli istrici visto la quantità di aculei presenti.

 

 

Sapere che i luoghi che frequento sono abitati dagli istrici mi fa un enorme piacere. E' un indicazione delle potenzialità del territorio in termini di biodiversità, speriamo solo che l'uomo non rovini questo poco che ci è rimasto, ma al contrario sappia rivalutarlo e proteggerlo per quello che è : un dono dal cielo che dobbiamo saper tramandare !

Adesso qualche indicazione sull'istrice e la sua biologia. Innanzitutto è il più grande roditore europeo, anche se è da considerarsi un animale tipico africano e qualcuno avanza l'ipotesi che siano stati gli antichi romani ad importarlo per le sue carni. Si tratta di animali essenzialmente erbivori: si nutrono prevalentemente di tuberi e bulbi, che ottengono scavando nel terreno con le robuste zampe a colonna, ma non disdegnano di rosicchiare anche cortecce morbide, frutti caduti al suolo e, anche se assai sporadicamente, insetti. In prossimità di aree coltivate a patate o mais, spesso questi animali si danno nottetempo al saccheggio. L'istrice è, inoltre, ghiottissimo d'uva, di cui fa scorpacciate riempiendosi la bocca coi grappoli più bassi o caduti ed in via di fermentazione e risucchiandone gli acini senza staccare il graspo dalla pianta.

Ciò che rende particolare l'istrice sono sicuramente gli aculei che lo ricoprono interamente nella parte posteriore. Sono un arma di difesa ma l'istrice non può assolutamente lanciarli verso il nemico, come invece raccontono le tradizioni popolari. Quando l'animale è spaventato o eccitato, drizza contemporaneamente gli aculei e i peli della nuca, dando l'impressione di essere assai più grande e robusto di quanto in realtà non sia; essendo gli aculei attaccati piuttosto blandamente alla radice, rimangono conficcati nella pelle di un eventuale aggressore. Se la minaccia persiste l'istrice comincia a pestare rumorosamente i piedi sul terreno ed ad agitare la coda munita di aculei a sonaglio, infine se messa alle strette, carica l'aggressore, con esiti anche letali. L'aculeo ha infatti una struttura lievemente seghettata, che ne rende difficile e dolorosa l'estrazione, in particolare per gli animali sprovvisti di pollice opponibile, tanto che spesso sono costretti a spezzare gli aculei conficcati nella pelle, col possibile rischio di infezioni.

Quindi se mai dovreste incontrare un istrice basta che lo lasciate in pace e libero di andarsene, vi resterà l'emozione di un incontro con un animale davvero particolare !