Il fossile vivente: Lepidurus couesii

“Fossile vivente” quante volte abbiamo sentito questo termine ? Quasi sicuramente è stato usato in maniera impropria, infatti dovrebbe indicare un animale che è presente sia come fossile di migliaia o milioni di anni fa, che in forma vivente. Ebbene il fossile vivente esiste davvero ed è un crostaceo, anzi un ordine di crostacei chiamato Notostraca a cui appartengono due generi : i Triops e i Lepidurus.

 L'ordine dei notostraci ha origini molto antiche. Sono stati trovati fossili di Triops cancriformis risalenti al Triassico. Un'attenta analisi delle tracce di questi crostacei ha determinato che sono praticamente identici agli esemplari attuali, l'habitat era lo stesso. Sono stati ritrovati fossili anche di moderne specie africane che però appartengono al Giurassico.

 Sono crostacei d'acqua dolce presenti in quasi tutti i continenti e anche in Italia sono segnalate tre specie diverse. Ma una di esse è segnalata solo nel Salento: si tratta di Lepidurus couesii rinvenuto per la prima volta grazie ad un lavoro ( a cui si ispira questo testo ) compiuto da Giuseppe Alfonso dell'Università di Lecce in collaborazione con altri ricercatori dell'Università di Bologna. http://siba-ese.unisalento.it/index.php/thalassiasal/article/view/i15910725v29p113/1933

Ciò che rende questi animali davvero particolari e capaci di esistere da milioni di anni è la loro capacità riproduttiva e in particolare alla resistenza delle loro uova. Infatti le uova dei Notostraca possono resistere a periodi di siccità anche di diversi anni e prontamente schiudersi appena vengono a contatto con l'acqua. Non solo, quando sono secche le uova, che sono molte piccole, possono essere trasportate dal vento o diffondersi a migliaia di chilometri grazie agli uccelli migratori alle cui zampe rimangono appiccicate. Inoltre le femmine dei Notostraca non hanno necessariamente bisogno dei maschi per riprodursi in quanto possono farlo per partenogenesi.

 Tutte queste caratteristiche rendono questi crostacei davvero incredibili se consideriamo che il loro ambiente tipico sono le pozze effimere, quelle pozzanghere che spesso neanche consideriamo dato che compaiono giusto dopo le piogge e spariscono dopo qualche giornata di sole. Un ambiente estremo in cui i Notostraca sono al vertice della catena alimentare in quanto essendo onnivori si nutrono di qualsiasi cosa riescano a trovare , sia il cosiddetto plancton che anche vermi o larve d'insetto, ma sono anche cannibali mangiando gli individui più piccoli o deboli. Comunque la loro aspettativa di vita è breve in quanto alcuni individui possono morire già dopo un paio di settimane dopo la schiusa e nella migliore delle ipotesi resistere per circa tre mesi.

 Nelle foto e video che seguono potete vedere un esemplare rinvenuto da me e dal mio amico Nicola Nitti ( appassionato erpetologo ) presso una raccolta d'acqua nel comune di Martina Franca. Si tratta proprio della specie endemica del Salento, Lepidurus couesii , quindi una soddisfazione in più per aver fotografato una specie tipica del nostro ambiente.

Il corpo dei Nostrotaca si caratterizza tra le altre cose da questo carapace che copre la parte anteriore del corpo

Nella parte inferiore si notano le numerose "zampe" , alcune delle quali sono vere e proprie branchie, altre usate prevalentemente per portare il cibo alla bocca e altre per muoversi.

Un primo piano che mette in risalto gli occhi. I trops ne hanno ben tre, ma la loro vista è scarsa anche se riescono a capire bene la direzione della luce.

Particolare della coda. Si nota l'appendice anale che caratterizza le diverse specie. Infatti i triops ne sono spovvisti.