Il monarca africano (Danaus chrysippus)

 

Le farfalle sono sicuramente tra gli insetti più amati e sono associate sempre a parole come "leggerezza, delicatezza" ecc. e mai ci verrebbe da dire "tenace come una farfalla" o "furba come una farfalla" eppure questi coloratissimi insetti sanno sorprendere con alcune loro caratteristiche davvero uniche e particolari. E' proprio il caso del monarca africano (Danaus chrysippus).

Era da tanto tempo che volevo fotografarlo e finalmente l'ho potuto fare proprio vicino casa mia ! Già perché a dispetto del suo nome questa splendida farfalla sta espandendo il suo territorio ed è ormai stanziale anche qui nel sud della Puglia. A darmene notizia i miei amici Teo Dura ed Antonio Monaco, ed è proprio a quest'ultimo che chiedo di scrivere qualche informazione più dettagliata insieme ad altre foto...:

E’ mattina di domenica del 30 settembre. L’aria è insolitamente tiepida, ma da qualche anno a questa parte ci siamo ormai abituati. Il Canale d’Aiedda sembra metallo liquido. Qualche usignolo di fiume e diversi passeri rivelano la mia presenza. Mi incammino. Percorro al massimo qualche decina di metri e lungo il percorso un gruppo di circa una decina di Monarca africano (Danaus chrysippus) mi si para davanti. Non si può non vederle. Sono grandi e colorate. La loro apertura alare è di circa 7-8 cm e sono di un arancione intenso con variazioni apicali nere e bianche. Sembrano fuggite da una serra di un giardino tropicale, e non mi sbaglio di molto. Infatti, il Monarca africano (Danaus chrysippus) è un lepidottero diurno appartenente alla famiglia dei Ninfalidi ed ha un areale di distribuzione vastissimo: Africa, isole Canarie, Arabia, Asia tropicale, India e Ceylon, Birmania, Cina, Giappone e Australia. Da diversi anni è ormai stanziale anche in Europa e in Italia meridionale, isole comprese. Se ne conoscono tre sottospecie: chrysippus, in Nord Africa, nel Mediterraneo e in Asia; alcippus, nelle isole di Capo Verde, Africa tropicale, Yemen e Oman e orientis, in Sud Africa e Madagascar. Gli adulti hanno una caratteristica colorazione d'allarme arancione. Il maschio (foto sopra) si differenzia dalla femmina (foto in basso) in quanto sulla pagina superiore delle ali inferiori è presente un’ulteriore macchia nera più grande (la femmina ne ha solo tre).

 Una livrea così vistosa avverte infatti che si tratta di una specie velenosa, in quanto i suoi bruchi si nutrono di Asclepiadaceae e piante affini, ricche di alcaloidi tossici. La monarca è così protetta dall'attacco dei predatori sia durante lo stadio di adulto che in quello larvale. Per questo motivo le larve non necessitano di colorazioni criptiche e/o mimetiche, ma, al contrario, possono essere molto vistose e gli adulti possono quindi volare in completa tranquillità, anche se non sono facili da avvicinare. Questo comportamento permette ai potenziali predatori il suo riconoscimento. Quelli poco esperti che decidano di attaccare per la prima volta un esemplare di Danaus, imparano subito, a loro spese, che è meglio evitare farfalle con quel tipo di colorazione. Le sostanze contenute nel corpo di queste farfalle possono causare sintomi assai sgradevoli (ad es. nausea, vomito) che rimangono inevitabilmente impressi nella mente del predatore.

D. chrysippus si trova quasi in ogni luogo, inclusi deserti e montagne fino a oltre 2500 metri di quota. Preferisce ambienti aperti e giardini, ma si osserva anche in ambienti umidi e di foresta. È una specie migratrice, che arriva in Europa dall’Africa tropicale, anche se i suoi spostamenti sono più ridotti rispetto a quelli della sua più nota e famosa cugina americana (D. plexippus). La femmina depone un solo uovo, solitamente sul lato inferiore di ogni singola foglia, per evitare il sovraffollamento dei bruchi. Tra le piante nutrici note vi sono Asclepiadaceae, Convolvulaceae, Euphorbiaceae, Graminaceae, Malvaceae, Moraceae, Plumbaginaceae, Rosaceae, Sapindaceae e Scrophulariaceae. L'uovo è bianco argentato a forma di proiettile. Il bruco è variopinto, con bande bianche e nere intervallate da macchie gialle e porta tre paia di lunghe appendici nere a forma di tentacoli sul 3°, 6° e 12° segmento. La larva, appena nata si ciba della cuticola dell'uovo ritagliando dalla pagina inferiore della foglia un cerchio completo per fermare l'afflusso della linfa velenosa all'interno dell'area selezionata.

 

Poi si nutre all'interno della parte della foglia rimasta all'interno del cerchio. Crescendo mangia sia la cuticola che la foglia sia superiore sia inferiore corrispondente al cerchio intagliato, lasciando su questa una serie di fori circolari. Questa farfalla, molto probabilmente, è stata la prima ad essere raffigurata nell'arte. In un affresco egiziano di 3500 anni fa, trovato a Luxor, compare la più antica immagine di questa specie. Negli ultimi anni, forse a causa del riscaldamento globale, si sono insediate delle colonie in Italia meridionale, Sicilia e Sardegna. E a questo proposito la sua prima presenza accertata in Puglia risale al 1988 sulla costa jonica salentina e in un oliveto di Palagiano in provincia di Taranto. Successivamente altri esemplari accertati sono stati ritrovati sul litorale adriatico tra il 30 settembre e il 2 ottobre 2002 a ridosso del comune di Monopoli (BA). Anche sulle coste del Mar Piccolo di Taranto, e in particolare nella Riserva Naturale Orientata Regionale “Palude La Vela”, è stata avvistata la Monarca sin dal 2008. Tutte queste informazioni mi si accavallano in mente mentre continuo a camminare. Gli individui che volano intorno a me sono tanti. Ne ho trovati anche diversi investiti lungo la provinciale che mi ha portato fin qui. Arrivo alla fine del sentiero. Qui è presente la crisciola (Cynanchum acutum), pianta tossica della famiglia delle Asclepiadacee. E’ perfetta come pianta nutrice della Monarca. Mi chino per cercare affannosamente, mentre il sole si sta alzando e la temperatura sale. Eccole! Le larve. Sono tante. E’ la prima volta che le vedo e anche loro mi sembrano estranee. Dai colori accesi e variopinti fanno ondeggiare con noncuranza le loro appendici e non temono di mostrarsi. Sono una moltitudine e in diversi stadi di sviluppo dal verde fino alla sgargiante colorazione aposematica di avvertimento.

 

 Cerco meglio. Eccole anche loro. Le crisalidi. Una verde, più giovane, ed una scura, più vecchia. Non ci sono più dubbi. Sono qui e si sono riprodotte su una pianta alimentare disponibile. Non sono più occasionali e foriere di fugaci incontri alla fine dell’estate. Ora si sono insediate. Posso tornare a casa. E’ un altro magnifico tassello di biodiversità che è andato ad arricchire il nostro territorio.

Antonio Monaco.

Sitografia e bibliografia  

https://www.lepidopteravaria.it/2015/10/danaus-chrysippus26.html;

M.A. MASI, Una farfalla tropicale in un oliveto di Palagiano, in Verde-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, gennaio 1990, n. 5, pp. 39-40. A. ZILLI, Presenza in Puglia di Danaus chrysippus (Linnaeus, 1758) (Lepidoptera Nymphalidae), in Bollettino dell’Associazione Romana di Entomologia, Roma, 1988, vol. 42, pp. 19-20. S. BRUNO, Lepidotteri diurni della Puglia, in Riflessioni- Umanesimo della Pietra, Martina Franca, giugno 2002 (numero speciale monografico), pp. 37-39. G. PACE, Nuova segnalazione in Puglia di Danaus chrysippus, in Verde-Umanesimo della Pietra, Martina Franca, luglio 2005, pp. 121-123.