La vipera aspis hugyi Schinz
1833 (Aspide o Vipera comune)
INTRODUZIONE
Questa breve monografia riassume dati ricavati sulla base di catture,
osservazioni in natura nel basso Salento ed esemplari ospitati presso il Museo
di Storia Naturale del Salento di Calimera, Centro per il recupero della fauna
selvatica.
DESCRIZIONE
La lunghezza massima accertata, è di 94 cm. (mediamente sui 60-65 cm.), Il rapporto medio coda-corpo risulta pari a 1/7 della lunghezza totale. I dati medi sulla folidosi, cioè la conta delle squame, va da un minimo di 132 squame ventrali per un giovane ad un massimo di 148 per un esemplare adulto. La testa, piuttosto triangolare è comunque meno tozza di altre sottospecie di Aspide, si allarga nella zona posteriore. L'apice del muso anteriormente è sempre ben ricurvo verso l'alto. Il colore di fondo osservato più comunemente è quello bruno-fulvo chiaro, meno frequente è quello grigio-cenere. Non si registrano casi di melanoticismo e/o xantocroismo nel territorio considerato. L'ornamentazione è sempre vistosa tanto nei giovani (che comunque assomigliano molto agli adulti a parte la mancanza delle macchie scure cervicali) che negli adulti.
La
banda dorsale è formata da una serie di ocelli continua ma non perfettamente
simmetrica per circa 2/3 della lunghezza del corpo. La restante parte può essere
ornata o da ocelli distinti tra loro o da un disegno a zig-zag continuo. Le
squame interne della banda sono color nocciola-scuro o bruno scuro, i contorni
della stessa sono neri. Questo contorno è più marcato nei maschi e meno nelle
femmine e nei giovani. Grosse macchie nere sono presenti ai lati del corpo.
Parti ventrali grigio-rosate fittamente punteggiate o macchiate di bruno-scuro o
di nero: talvolta sono completamente nere. Punta della coda verde-chiaro. Il
veleno viene prodotto da speciali ghiandole velenifere poste in fondo al palato
e inoculato attraverso denti del veleno cavi al loro interno. Possono
raggiungere anche i vent'anni di vita.
NOTE TASSONOMICHE,
BIOGEOGRAFICHE E DISTRIBUZIONE
Il genere Vipera è ampiamente diffuso nella Regione Paleartica. In Europa sono presenti 7 specie e quattro di
queste sono pure diffuse in Italia. Vipera aspis (Linnaeus, 1758) è l'unica che si sia spinta fino al Sud della
penisola colonizzando due isole, Sicilia ed Elba
(per Montecristo non ne è stata ancora provata l'autoctonia).
Per
il territorio nazionale sono state distinte le seguenti sottospecie:
Vipera aspis atra Meisner , 1820 di Piemonte, VaIled 'Aosta, Liguria;
Vipera aspis francisciredi
Laurenti, 1768 delle restanti Parti
d'Italia fino a una linea che congiunge il sud della Campania al Gargano;
Vipera aspis hugyi
Schinz, 1833 di Puglia, Basilicata,
Calabria, Sicilia e forse Montecristo.
Si
tratta di una specie "invasiva" che è arrivata in Italia durante il Quaternario,
un periodo geologico caratterizzato in Europa da clima freddo e umido che spinse
molte forme animali a migrazioni forzate verso le più miti terre mediterranee.
In questo periodo si formò un ponte siculo-calabro di terraferma per via della
regressione marina susseguente alla glaciazione.
RIPRODUZIONE
È una
specie ovovivipara, cioè le uova si schiudono all'interno del corpo materno poco
prima del parto e i piccoli (generalmente da 6 a 8) nascono già interamente
formati, divenendo autosufficienti alla fine dell'estate. Durante il periodo
degli amori, che avviene in primavera, i maschi possono intraprendere delle
lotte ritualizzate: essi sollevano le parti anteriori del corpo e le
attorcigliano intorno al proprio rivale per valutare le reciproche forze.
BIOLOGIA
Si
ciba di topi, lucertole e piccoli uccelli. Si tratta di un animale territoriale.
Goffa, lenta nei movimenti ma in grado di reagire fulmineamente se calpestata o
molestata. Il suo veleno è molto attivo nei confronti dei piccoli animali, dal
momento che contiene sia neurotossine che emotossine, tuttavia raramente si
configura mortale per l'uomo, pur richiedendo soccorso immediato e provocando
effetti anche seri. A rischio sono prevalentemente i soggetti esposti alle
reazioni allergiche, quelli emotivi, gli anziani ed i malati affetti da
patologie croniche, nonché i bambini.
COMPORTAMENTO
Come
tutti i rettili anche la Vipera è un animale a sangue freddo ed è perciò attiva
soltanto quando la temperatura al suolo raggiunge i 25-27 gradi. Il periodo di
attività va dalla metà di Febbraio alla fine di Novembre. Per questo motivo
durante la stagione fredda effettua una latenza invernale, nascondendosi in
anfratti del terreno; in alta quota il letargo può protrarsi per oltre 7 mesi E'
possibile che questo serpente, così come accertato per il Biacco, il Colubro
leopardino e la Biscia dal collare a basse altitudini, riduca anziché
interrompere il suo normale ciclo vitale anche nei due mesi di Dicembre e
Gennaio. Tollera agevolmente temperature dell'aria anche relativamente basse
rispetto ai colubri: questo è dovuto al fatto che i Viperidi probabilmente
sfruttano meglio a loro favore anche i più piccoli innalzamenti termici del
substrato terricolo rispetto agli altri serpenti. Cosicché non è impossibile
sorprendere l'Aspide in attività in giornate relativamente fredde, umide,
coperte, ventose o addirittura dopo una mattinata di pioggia primaverile e
quindi con substrato ancora bagnato. l'Aspide non è assolutamente comune nel
Salento ad onta delle decine di presunti avvistamenti che annualmente si
registrano anche sui giornali locali o segnalazioni telefoniche alle
associazioni ambientaliste. Quelli che vengono sommariamente giustiziati per
Vipere sono innocui Colubri leopardini (specie che peraltro raramente convive
nello stesso biotopo frequentato dall' Aspide), o giovani di Biacco o Biscia dal
collare. In realtà dovremmo parlare di uno status indeterminato di un taxon che
comunque è relativamente raro visto che la Vipera rappresenta solo il 3% del
totale degli ofidi. C'è però da considerare che il rettile in questione è una
specie molto elusiva e abbastanza difficile da osservare in natura.
Contrariamente alle credenze popolari la Vipera non è assolutamente aggressiva;
se non viene molestata, non rappresenta un pericolo per l'uomo, perché, di
fronte ad un fattore di disturbo, tende a fuggire.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
-Bruno S. -(1985)- Le Vipere d'Italia e d'Europa, Ed. Agricole, Bologna;
-
Stergulc F.( 1986) Vipere, ecologia,
etologia, rapporti con l'uomo-Ed. Paoline;